La separazione dalla madre induce neuroinfiammazione e disturbi emozionali

 

 

GIOVANNA REZZONI

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XIV – 29 ottobre 2016.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

 Le esperienze precoci della vita influenzano in modo rilevante la fisiologia cerebrale, potendo condizionarne, attraverso lo sviluppo post-natale, tendenze e stili che si riflettono sul comportamento. Molte delle influenze, pur avendo nella modificazione dell’espressione genica dei neuroni l’elemento principale, determinano alterazioni in tutto l’organismo: basti pensare al ridotto sviluppo somatico da deprivazione affettiva dei bambini o alle modificazioni permanenti degli equilibri nella funzione endocrina.

Da tempo si è accertato che gli eventi negativi esperiti durante l’infanzia costituiscono un fattore di rischio per la manifestazione di patologia psichiatrica durante l’età adulta e, in particolare, i disturbi che decorrono con alterazioni dell’umore, quali le sindromi depressive e bipolari. È possibile infatti che, a parità di rischio genetico, il fattore decisivo per lo sviluppo di psicopatologia in età giovanile ed adulta sia costituito dall’esposizione ad eventi negativi in grado di incidere in modo significativo sulla fisiologia in corso di sviluppo. Per decenni la ricerca psicopatologica, prendendo le mosse dalla fenomenologia clinica delle reazioni distimiche e dai meccanismi psicodinamici ritenuti alla base di tali disturbi, si è concentrata sulle influenze negative esercitate dalla separazione sui processi mentali coscienti ed inconsci che caratterizzano l’affettività e la risposta emozionale agli eventi della vita. Solo di recente, con i progressi compiuti nell’indagine neuroscientifica sulle basi fisiopatologiche dei disturbi mentali, l’apporto della psichiatria biologica ha assunto un ruolo preminente, e la barriera di diffidenza che separava gli psichiatri dai neurobiologi è venuta a cadere.

Nella sperimentazione animale, la separazione dalla madre è ormai un modello murino convalidato per lo studio della mancanza di cure materne (maternal neglect). Tale modello sperimentale produce, nella fase più precoce della vita, esperienze negative che causano alterazioni emozionali definite e misurabili.

Gracia-Rubio e colleghi di un gruppo di ricerca di Barcellona hanno indagato i rapporti fra il profilo neurochimico del disturbo emotivo indotto dalla separazione dalla madre e lo sviluppo di neuroinfiammazione del sistema nervoso centrale nelle età successive della vita.

Gli interessanti risultati ottenuti, oltre a contribuire alla comprensione dei rapporti fra esperienze precoci, disturbi dell’umore e infiammazione nell’encefalo, forniscono ulteriori spunti per la ricerca in questo campo.

(Gracia-Rubio I., et al., Maternal separation induces neuroinflammation and long-lasting emotional alterations in mice. Progress in Neuro-Psychopharmacology & Biological Psychiatry 65: 104-117, 2016).

La provenienza degli autori è la seguente: Neurobiology of Behavior Research Group, Department of Experimental and Health Sciences, University Pompeu Fabra, Barcelona (Spagna); Bioanalysis Research Group, IMIM (Hospital del Mar Research Institute), Barcelona (Spagna); Institute for Neuroscience and Psychobiology Unit, Autonomous University of Barcelona, Barcelona (Spagna).

I processi di sviluppo post-natale hanno luogo mentre il sistema nervoso centrale svolge le sue funzioni al servizio dell’organismo. Il ciclico e reciproco rapporto tra funzione e maturazione è perciò un nodo cruciale per la comprensione delle basi biologiche della vita vegetativa e di relazione nell’età evolutiva. Gli eventi, le condizioni e le circostanze che turbano o alterano questo rapporto possono avere conseguenze nell’intero arco della vita futura ed incidere, ad ogni variazione funzionale legata all’epoca della vita, sui processi fisiologici e patologici tipici di quel periodo. Si comprende, perciò, quale peso possa avere un’esperienza precoce di turbamento o trauma, quale la mancanza del rapporto con la madre e l’assenza delle sue cure, sui diversi livelli di estrinsecazione dell’attività del sistema nervoso centrale, dalla regolazione dell’espressione genica alla prevalenza di particolari circuiti e sistemi nell’economia dell’equilibrio di base nella sua relazione con l’ambiente.

Nella sperimentazione animale che studia le conseguenze del deficit di cure materne, il modello della separazione dei neonati di topo dalla madre è divenuto il paradigma più impiegato, grazie al quale si è acquisita la maggior parte delle conoscenze relative alle alterazioni neurobiologiche alla base del condizionamento comportamentale che si protrae nelle epoche seguenti della vita. Tali alterazioni verosimilmente predispongono ad una modificazione della risposta allo stress, sia quantitativa, ovvero maggiore rispetto alla media delle reazioni della specie per lo stesso stimolo, sia qualitativa, ovvero secondo un profilo di attivazione molecolare, cellulare e sistemica differente dal profilo medio rilevabile nella stessa specie, sempre a parità di stimolo. La base neurobiologica delle alterazioni indotte dalla mancanza di relazione e cure materne sembra anche bene rappresentare la fisiopatologia dei disturbi dell’umore, ovvero di quelle sindromi psicopatologiche come la depressione e il disturbo bipolare, che decorrono con una modificazione del tono affettivo e della reattività emozionale.

La sperimentazione animale ha consentito di accertare che la fisiopatologia cerebrale comparata della depressione è caratterizzata da ridotta disponibilità dell’amina biogena serotonina (5-HT) e da un incrementato metabolismo della chinurenina, mediante l’azione della indolammina 2,3-diossigenasi, in risposta a fattori neuroinfiammatori. Tale meccanismo implica una regolazione del sistema neurotrasmettitoriale, associando la regolazione dell’umore alle reazioni neuroimmunologiche.

In questo contesto si colloca il progetto di ricerca di Gracia-Rubio e colleghi finalizzato ad indagare gli effetti molecolari, e particolarmente metabolici, della separazione dei piccoli dalla madre mediante uno svezzamento estremamente precoce. I ricercatori hanno analizzato le risposte neuroinfiammatorie e lo stato della via metabolica triptofano-chinurenina in varie aree sensibili dell’encefalo dei topi separati dalle madri. L’esame ha rivelato un rischio accresciuto di alterazioni emozionali di lunga durata, sia in termini di sostrato neurobiologico sia di espressione comportamentale, durante l’adolescenza e l’età adulta. In particolare, nei territori encefalici preposti al controllo della risposta emozionale e comunemente osservati nella ricerca che indaga attraverso la neurofisiologia comparata le basi neurobiologiche delle emozioni e dell’affettività, si rilevava attivazione della microglia e perturbazioni della via metabolica triptofano-chinurenina.  Interessante il rilievo di una differenza significativa legata al sesso: le alterazioni emozionali erano particolarmente gravi nelle femmine.

A parte il valore specifico dello studio in rapporto agli effetti del trauma da separazione materna precoce, i risultati forniscono un supporto alla tesi del ruolo preminente della neuroinfiammazione nei disturbi affettivo-emotivi.

 

L’autrice della nota ringrazia la professoressa Diane Richmond per le opportune integrazioni del testo e la dottoressa Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

 

Giovanna Rezzoni

BM&L-29 ottobre 2016

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

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